Nel precedente articolo concludevo prendendo atto del definitivo accantonamento dell’inammissibile tesi della Prof.ssa Emanuela Marinelli, (secondo la quale l’immagine sindonica si possa essere formata, naturalmente secondo le leggi della fisica, per i raggi UV emanati dal corpo di Gesù Risorto), sulla base dei deludenti risultati ottenuti dai fisici del centro ENEA di Frascati, come ampiamente chiarito in una precedente pregevolissima analisi del Prof. Paolo Di Lazzaro di tutte le sperimentazioni ivi effettuate in un decennio di appassionato lavoro (e ripresa, recentemente, in una successiva pubblicazione dell’aprile 2025: “La fisica indaga la Sindone”, in: “Intorno alla Sindone”, Editrice Baima Ronchetti , pagg. 96-109, Aprile 2025), ove, in via conclusiva, testualmente ed inequivocabilmente si legge che: “questi risultati non costituiscono la prova scientifica che l’impronta corporea della Sindone si è formata tramite luce UV”.
Incredibilmente, dalla suddetta Prof.ssa Marinelli, ancora oggi e, paradossalmente, contestualmente alle suddette conclusioni dei fisici dell’ENEA, erroneamente vengono attribuite a detti fisici conclusioni assolutamente opposte: secondo lei, infatti, i fisici dell’ENEA avrebbero testualmente detto di: “ammettere che dai loro risultati si può pensare alla formazione dell’immagine con una luce come quella che Gesù sprigionò durante la Trasfigurazione”, dopo aver ribadito che: “ Il telo ha ricevuto una radiazione ortogonale che si può spiegare – come dimostrato dagli esperimenti condotti con il laser presso l’ENEA di Frascati – con una potente emissione di luce”. (frasi testualmente riprese dall’articolo: “Nella Sindone tutto parla di Gesù di Nazaret” di Emanuela Marinelli, 19 aprile 2025).
Su quanto come sopra fedelmente riportato, lo scrivente ritiene opportuno astenersi da ogni facile commento.
Sulla base della lunga serie di argomentazioni fin qui svolte a sostegno della tesi della natura soprannaturale di detta immagine, ritengo di poter, ora, pervenire ad una veramente decisiva conclusione sulla inevitabile necessità di far ricorso a tale intervento soprannaturale, per risolvere l’enigma della sua formazione.
A tal fine, valgano le seguenti sintetiche osservazioni, anche se, in massima parte, già precedentemente svolte.
- E’ preliminarmente doveroso accettarsi che, nel campo della ricerca scientifica, la formulazione di una “ipotesi” debba, innanzi tutto, essere formulata in modo tale da poter essere sottoposta ad esperimenti e osservazioni che possano confermarla o smentirla; diventa “teoria scientifica” dopo essere stata ripetutamente supportata da prove empiriche e aver superato rigorosi test in un necessario processo di validazione che prevede la ripetibilità di quanto oggetto di ipotesi: in assenza di tali verifiche, l’ipotesi in questione resta tale senza assumere alcuna validità scientifica. Pertanto, una ipotesi avente per oggetto un evento di natura sovrannaturale, appunto perché accettabile solo per fede, al di fuori di qualsiasi verifica, non potrà mai costituire “teoria scientifica”, con l’ulteriore inevitabile conseguenza di non poter mai costituire “prova” di un eventuale ulteriore evento connesso a detto evento sovrannaturale.
- Va, in ogni caso, tenuto ben presente che il necessario e vero problema da risolvere relativo all’enigma della Sacra Sindone riguarda essenzialmente quello relativo alle modalità della formazione dell’immagine ivi impressa: a nulla, rileva, al fine della soluzione di detto problema, la soluzione dell’altro problema relativo alla datazione del telo sindonico che, obbiettivamente, comunque, non potrà mai essere risolto definitivamente. Innanzi tutto, quandanche, venisse accertata una datazione corrispondente alla Resurrezione di Gesù, ciò potrebbe, al massimo, consentire solo la possibilità (ma non la prova) che detto telo abbia avvolto il corpo di Gesù, particolarità ritenuta da molti, a torto, necessaria ai fini dell’autenticità della Sindone, lasciando irrisolto il vero problema relativo alla formazione dell’immagine. E’, comunque, da tener presente che difficilmente i risultati ottenuti dalle analisi effettuate nel 1988 potrebbero mai essere messi nel nulla dalle numerose critiche pur validamente avanzate circa eventuali possibili contaminazioni delle quali non si sia tenuto conto, per l’assenza di un concorde riconoscimento della loro determinante consistenza; d’altra parte, non può sottacersi che nessuno mai potrà venire a conoscenza degli effetti prodotti dal noto “lampo” soprannaturale (correttamente ignorato nella suddetta analisi scientifica del 1988) sull’eventuale accrescimento del C 14 che, con molta probabilità, possa aver determinato un significativo “ringiovanimento” del telo sindonico. Dovendo escludersi che, anche in futuro, tale problema possa risolversi e che, in considerazione della circostanza che ciò che conta non è il telo, bensì l’immagine ivi impressa, assume modesta rilevanza (al solo fine di ritenere “reliquia” il sacro telo) che detto evento si fosse verificato su di un telo che effettivamente avesse avvolto il corpo di Gesù, ovvero su di un telo del 1300, senza considerare, poi, che su detto “avvolgimento” il mondo scientifico è molto perplesso, dato che, concordemente, ha ritenuto che l’immagine corporea raffigurata sulla Sindone, a differenza delle macchie di sangue, si fosse formata per “proiezione” e non per “contatto”, escludendo, pertanto, il suddetto “avvolgimento”.
- Deve, nel nostro caso, inoltre, escludersi, come quasi ormai universalmente accettato, che l’immagine impressa sulla Sindone possa considerarsi frutto di un abile falsario medioevale, con riferimento ad una lunga serie di particolarità, ivi presenti, assolutamente irripetibili.
- Non trattandosi di falso e, quindi, di opera confezionata da mani umane, la sua origine va ricercata tra due sole alternative: o con riferimento ad un processo naturale, secondo le leggi della fisica, ovvero per un intervento sovrannaturale.
- Deve, inoltre, ritenersi, almeno per i credenti, che per risolvere l’enigma in questione, resta pur sempre praticabile, una strada molto più semplice, come già accennato in un mio precedente scritto. Posto, infatti, per indiscutibilmente accettato, che rientra nei disegni imperscrutabili di Nostro Signore la Sua indiscussa volontà di non fornire obbiettive “prove” scientifiche della Sua Resurrezione, destinata a rimanere per sempre uno dei massimi Misteri della fede cattolica, tutti i tentativi, da parte del mondo scientifico, di risolvere il problema della formazione dell’immagine sindonica su basi scientifiche che risultassero comunque inevitabilmente connessi all’evento della Resurrezione di Gesù, e, quindi, necessariamente, di fatto, finalizzati a fornirne la “prova” della Sua Resurrezione, anche se non volontariamente ricercata, sarebbero destinati ad un sicuro ed inevitabile naufragio, inducendo tutti ad una onorevole desistenza, evitando, così, di apparire davvero “stolti”, secondo la definizione data da Papa Giovanni Paolo II (nell’enciclica “Fede e Ragione”) attribuita a quanti, con inutile caparbietà, insistono nella ricerca d’impossibili soluzioni, credendo di poter risolvere con le loro menti anche quanto è a tutti precluso dalla divina Sapienza perché destinato, nei Suoi imperscrutabili disegni, a rimanere Mistero della Fede.
- Per quanto concerne, invece, quelle poche ipotesi non connesse alla Resurrezione di Gesù (come quella c.d. “vaporografica” ovvero “effetto corona” ), risultano, come in altro mio articolo già osservato, concordemente accantonate per la loro riscontrata inconsistenza.
- E’, inoltre, da tener presente che, al di fuori di quelle poche e, comunque, inconsistenti ipotesi di formazione dell’immagine sindonica per cause naturali non connesse alla Resurrezione di Gesù e, comunque, come al precedente n. 4, accantonate, tutte le altre presuppongono la necessità di un “lampo di luce”, in assenza del quale nessuna proiezione di immagine sarebbe stata possibile: perché detto “lampo” possa essere preso in considerazione, al fine di sostenere che l’immagine sindonica si fosse formata per cause naturali, sulla base delle leggi della fisica, deve necessariamente provenire, anch’esso, da una sorgente naturale. Orbene, i raggi ultravioletti presi in considerazione dai fisici dell’ENEA sono stati quelli conosciuti dal mondo scientifico (esistenti nella luce solare e quelli prodotti artificialmente dall’uomo solo qualche secolo fa) in quanto sono i soli a possedere la necessaria qualità unidirezionale, necessario presupposto per formulare l’ipotesi in questione e comparsi, secondo le leggi fisiche, ipotizzando l’annichilimento (per un supposto casuale processo nucleare materia-antimateria intervenuto nel sepolcro) del corpo di Gesù. Tali raggi, comunque, sulla base delle notevoli sperimentazioni svolte per oltre dieci anni, sono stati, dagli stessi iniziali autori di tale ipotesi, ritenuti inequivocabilmente non idonei a trasferire una immagine simile a quella sindonica, tanto da costringerli ad ammettere che detto “lampo” dovesse provenire da una fonte sconosciuta e, pertanto, di non essere in grado di risolvere, su basi scientifiche, l’enigma della formazione dell’immagine sindonica, che solo per Fede avrebbe potuto trovare una soluzione, identificandola nella produzione di raggi UV, idonei all’impressione di una immagine, intervenuta per un intervento sovrannaturale. Ritengo doveroso, al riguardo, dare atto dell’indiscussa alta professionalità dimostrata dai due valentissimi fisici dell’ENEA, Proff.ri Giuseppe Baldacchini e Paolo Di Lazzaro, per aver avuto, oserei dire il coraggio – non è affatto facile per uno scienziato ammettere di non essere in grado di risolvere un problema, soprattutto dopo un lunghissimo periodo di ricerche – di individuare l’unica alternativa valida, per la soluzione del problema in questione, in quella del Miracolo. Non va, comunque, sottaciuto che sull’ipotesi di raggi UV provenienti da una fonte sovrannaturale, come sopra ipotizzata dal Prof. Di Lazzaro, possono avanzarsi alcune riserve basate sulla considerazione, già formulata nel precedente mio articolo, dell’inammissibilità, sul piano teologico, dell’utilizzo, da parte di Gesù, di un mezzo (lampo) preventivamente predisposto per operare l’impressione dell’immagine, potendo, benissimo, provvedere direttamente miracolosamente alla suddetta impressione: in ogni caso, un eventuale intervento di natura soprannaturale nella predisposizione di raggi UV, idonei alla proiezione dell’immagine corporea sulla Sindone, necessariamente si ripercuoterebbe sulla stessa immagine che, pertanto, resterebbe anch’essa di natura soprannaturale.
- Allo stato attuale delle ricerche, è fuori ogni dubbio osservare che tutte le ipotesi sin ora formulate, al fine di dimostrare che l’immagine sindonica si fosse formata per cause naturali, in oltre un secolo di appassionati ed infruttuosi studi sono tutte miseramente fallite ed accantonate definitivamente o per i risultati negativi conseguiti dalle verifiche sperimentali effettuate, ovvero per l’assenza di tale disponibilità offerta dai suoi autori, né, attualmente sono presenti altre valide ipotesi che abbiano quel minimo di attendibilità necessaria ad essere prese in seria considerazione. Inoltre, il mondo scientifico, oltre a dichiarare, senza ombra di dubbio, che l’immagine sindonica non è di fattura umana e che la sua origine – nonostante tutti i tentativi svolti, anche ricorrendo ad inammissibili e rocambolesche distorsioni dei testi evangelici (v., per esempio, quanto si è osato sostenere con riferimento alla deposizione e sepoltura del corpo di Gesù) – non è riconducibile ad alcun fenomeno fisico naturale, è pervenuto, con riferimento ad una lunga serie di incongruenze ed irrisolvibili incompatibilità , riscontrate tra le varie particolarità ivi presenti, a ritenere, addirittura, “impossibile” sotto l’aspetto scientifico la sua stessa esistenza, contro l’obbiettiva verità.
- Prima di concludere, mi sia consentita un’ultima riflessione. Se può essere consentito a chiunque di pensarla come ognuno crede sulla formazione dell’immagine sindonica, ferma, comunque, la condanna per eventuali indebite distorsioni della verità evangelica, non può essere, certamente, accettata una tesi basata su falsità (come l’attribuzione ai fisici dell’ENEA di affermazioni mai da questi sostenute, anzi esplicitamente, come sopra, escluse), ed eresie (come la possibilità di provare la Resurrezione di Gesù). E’ evidente il rischio prodotto da una simile tesi, indubbiamente falsa ed eretica, in assenza di una chiara ed esplicita condanna da parte della Chiesa Cattolica e che viene anche propagandata in luoghi di culto cattolici, spesso in presenza di sacerdoti che invitano all’approvazione ed applauso di chi la espone. E’ indubitabile, infatti, che persiste sempre una notevole schiera di credenti increduli della Resurrezione di Gesù, disposti a credere solo in presenza di prove concrete che l’accertino. Costoro, senza una necessaria e specifica conoscenza dei risultati realmente conseguiti dal mondo scientifico nella ricerca delle modalità della formazione dell’immagine sindonica, sono ben disposti ad accogliere con entusiastici applausi chi, dichiarando di rifarsi alle suddette ricerche scientifiche, presentando l’immagine sindonica come effetto naturale, secondo le leggi della fisica, della Resurrezione di Gesù, la indica come vera e propria prova di tale stupefacente evento, superando, la necessità di doverlo accogliere solo per fede, sostituendo, di fatto, il dogma della Resurrezione con la prova “fotografica”, così, loro offerta, di un Gesù Risorto. E’ facile prevedere gli effetti disastrosi sulla fede di tali soggetti, quando, prima o poi, ma con certezza quasi matematica, qualcuno, con l’autorità che manca al sottoscritto, riuscirà ad aprire le loro orecchie ed i loro occhi per convincerli che la suddetta tesi era solo frutto di una indebita supposizione del suo autore: non resta altro che auspicare un decisivo intervento chiarificatore che escluda tale deprecabile ipotesi.
- In tale obbiettiva situazione che appare ampiamente soddisfare quanto previsto dalle nuove norme, emanate di recente, per procedere nel discernimento di fenomeni soprannaturali, sembra , pertanto, che possa concludersi che solo il riferimento ad un intervento sovrannaturale sia in grado risolvere l’enigma della formazione dell’immagine sindonica, identificando il tempo dell’avveramento di tale stupefacente miracolo o in un momento immediatamente successivo alla Resurrezione di Gesù ed, in questo caso, a seguito dello sbiancamento del telo, avvenuto sempre miracolosamente, unitamente all’eventuale suo “ringiovanimento”, se si ritenessero validi i risultati dell’analisi C 14, a suo tempo effettuata nel 1988, ovvero, in un qualsiasi momento successivo fino al momento della sua apparizione nel 1300 e, quindi, su di un telo diverso rispetto a quello che realmente ha avvolto il corpo di Gesù nel sepolcro.
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Una necessaria precisazione
Dato che, con riferimento al rapporto intercorrente tra la formazione dell’immagine sindonica e la Resurrezione di Gesù, sono stato accusato di non aver fedelmente riportato quanto, sull’argomento, avevano affermato la Prof.ssa Marinelli ed il Prof. Di Lazzaro, “a loro insaputa”, facendo apparire, tra di loro, un inesistente contrasto di vedute, mi sembra opportuno intervenire con la presente precisazione.
Al di fuori di qualsiasi intento polemico, ma solo per amore della verità, mi permetto di ricostruire, quindi, quanto obbiettivamente accaduto.
La Prof. Marinelli, nel suo articolo dell’aprile 2025, “Nella Sindone tutto parla di Gesù di Nazaret”, ha testualmente affermato che: “ I fisici che hanno condotto gli esperimenti con il laser presso l’ENEA hanno ammesso che dai loro risultati si può pensare alla formazione dell’immagine con una luce come quella che Gesù sprigionò durante la Trasfigurazione. La risposta dunque non può essere negli occhi e nel cuore di chi guarda semplicemente la Sindone senza sapere nulla e può trarre conclusioni sbagliate, ma nella mente di chi si è documentato e conosce le risposte che la Sindone ha dato agli scienziati”.
Tale affermazione distorce e falsifica in maniera assolutamente inaccettabile, quanto, invece, scritto dal Prof. Paolo Di Lazzaro, solo “in via teorica”, nell’ipotesi di un intervento “chiaramente miracoloso”, unica ipotesi alla quale poter fare riferimento di fronte ad un enigma irrisolvibile e non “sulla base dei risultati degli esperimenti dei fisici dell’ENEA”, come riferito dalla Prof. Marinelli..
Trascrivo, qui di seguito, quanto scritto, su tale argomento, dal Prof. Paolo Di Lazzaro in: “L’immagine sindonica e la luce ultravioletta: alcune note riassuntive” e pubblicato nel volume Quattro percorsi accanto alla Sindone, a cura di Domenico Repice (Edizioni Radicequadrata, 2011) pp. 41 – 48. ISBN 9788896862049:
“Potrebbe in linea teorica intervenire la Fede e suggerire che la resurrezione del Gesù Nazzareno può aver generato un intenso e brevissimo lampo di luce ultravioletta direzionale sprigionato dal corpo dematerializzato. Questo lampo potrebbe aver lasciato sul lino una impronta del corpo stesso. E ricordare che nei Vangeli si narra della cosiddetta Trasfigurazione o Metamorfosi riprodotta in molte icone bizantine. Si tratta di eventi chiaramente miracolosi, mentre noi scienziati ci occupiamo solo di eventi scientificamente riproducibili, in senso galileiano”.
In sostanza, ciò che era, per il Prof. Di Lazzaro una semplice ipotesi, per altro esplicitamente respinta, come scienziato, appare, invece, dallo stesso “ammessa”, nella indebita ricostruzione operata dalla Prof.ssa Marinelli: non mi sembra, quindi, censurabile la mia affermazione di ritenere inaccettabile una così evidente distorsione della verità.
Colgo l’occasione per ringraziare quanti (e non sono pochi) che mi ricordano spesso di essere il “signor nessuno”, non essendo né teologo, né scienziato, né sindonologo, né quant’altro e, quindi, di non aver alcun titolo per formulare giudizi e condanne sulle varie tesi sulla formazione dell’immagine sindonica: a costoro rispondo di essere ben consapevole di non aver alcun titolo per esprimere alcuna valutazione sulle motivazioni di tali tesi avanzate da chi ne sa più di me. Il mio intervento si è sempre rivolto a far emergere che, per la soluzione dell’enigma sulla formazione dell’immagine sindonica, l’unica soluzione possibile è solo quella di riconoscere un intervento soprannaturale al fine di superare tutte le obbiettive ed insuperabili incongruenze ed incompatibilità delle particolarità del telo sindonico, veramente uniche ed irripetibili, puntualmente esaminate, senza dover ricorrere, al fine di sostenere, ad ogni costo, la tesi di una formazione naturale di detta immagine, secondo le leggi della fisica, anche a disconoscere verità di fatto emergenti dai Vangeli ed anche teologiche.
Il tutto sempre operando a difesa della obbiettiva verità dei fatti, nell’umile e, sperando, fondata convinzione di agire come “servo inutile” del Signore.