Alcuni commenti e domande a me rivolte sull’annullamento dell’ipotesi della formazione dell’immagine sindonica causata da raggi UV, forse determinati da una mia poco chiara esposizione, mi inducono ad una necessaria precisazione.
La suddetta ipotesi venne, come è noto, avanzata dai Fisici dell’ENEA di Frascati: il riferimento a raggi UV venne giustificato dalla considerazione che, espandendosi, di norma, la luce a 360 gradi, affinché un’immagine potesse proiettarsi su di un telo, in assenza di apparecchiature fotografiche, si rendeva necessariamente fare ricorso solo a raggi che possedessero la qualità di essere unidirezionali, come i raggi UV che, escludendo ogni intervento soprannaturale, potevano riferirsi prodotti a seguito di un supposto annichilimento del corpo cadaverico di Gesù, per un sempre ipotizzato processo nucleare, intervenuto nel sepolcro ove Gesù era stato deposto.
Dopo un decennio di studi e sperimentazioni, i suddetti studiosi sono pervenuti, però, ad escludere tale ipotesi, rilevando, oltre a varie insuperabili incongruenze, essenzialmente l’inadeguatezza di tale mezzo a trasferire sul telo sindonico tutte le particolarità ivi presenti, con particolare riferimento alla sua tridimensionalità realizzata con modalità uniche ed irripetibili.
La tesi suddetta, prescindendo, comunque, da qualsiasi riferimento alla sua fonte (annichilimento del corpo di Gesù) risulta, pertanto, definitivamente annullata. Senonché, alcuni (in particolare la Prof.ssa Emanuela Marinelli) hanno ritenuto di poterla riprendere, con una variante, proposta addirittura dal Prof. Paolo Di Lazzaro, dirigente dell’ENEA (v. “L’immagine sindonica e la luce ultravioletta: alcune note riassuntive”, 2011, ove si legge esplicitamente che, solo “in linea teorica la fede potrebbe intervenire e suggerire che la Resurrezione di Gesù può aver generato un intenso e brevissimo lampo di luce ultravioletta direzionale sprigionato dal corpo dematerializzato”): i raggi UV in questione non sarebbero stati emessi a seguito dell’annichilimento del corpo di Gesù, (ipotesi che, in ogni caso, non sarebbe mai stata accolta dalla Chiesa Cattolica, comunque, come sopra, ritenuta non adeguata, dai suddetti fisici, a risolvere l’enigma della formazione dell’immagine sindonica) bensì “prodotti” dallo stesso Gesù, al di fuori delle leggi naturali della fisica in modo sovrannaturale e, quindi, assolutamente diversi da quelli, ben noti, precedentemente esclusi, e forniti di ulteriori e diverse qualità, del tutto sconosciute e, pertanto, non suscettibili di essere sottoposte a verifica sperimentale sulla loro idoneità al trasferimento sulla Sindone dell’immagine ivi presente con tutte le sue irriproducibili particolarità.
A nulla, comunque, vale detta “variante”. Infatti, a parte la considerazione che un tale preteso intervento di Gesù è da ritenersi teologicamente inaccettabile per tutte le motivazioni fatte presenti nel mio precedente articolo : “Il dogma della Resurrezione cancellato, ritenendo l’immagine sindonica “prova” della Resurrezione di Gesù”, sta di fatto che tale particolare intervento soprannaturale (ipoteticamente intervenuto, in sostituzione dei precedenti raggi UV e, sui quali, erano stati effettuate tutte le deludenti sperimentazioni), ove si fosse molto difficilmente avverato, avrebbe necessariamente determinato l’attribuzione di tale qualifica alla stessa immagine sindonica (in quanto “effetto”, appunto, di un evento sovrannaturale assolutamente sconosciuto e, pertanto, non suscettibile di alcuna verifica), con la conseguenza di doverla accettare, solo per “fede”, escludendo, inoltre, che la stessa potesse costituire “prova” della Resurrezione di Gesù, pervenendo, cioè, alla conclusione da me sempre indicata, di ritenerla, cioè, “immagine miracolosa”.
Infatti, con riferimento all’ipotesi suggerita, solo “in linea teorica”, dal Prof. Di Lazzaro (ed accolta dalla Prof.ssa Marinelli), ritengo opportuno rilevare come tale ipotesi non possa mai diventare “teoria scientifica”, in relazione ai risultati che si volessero conseguire (immagine sindonica, prodotta da raggi UV, di natura sovrannaturale, costituenti “prova” della Resurrezione di Gesù); l’impressione dell’immagine sindonica, infatti, sarebbe avvenuta, ipoteticamente, sempre solo “in linea teorica” (e, quindi, al di fuori di ogni effettiva realizzazione), come “effetto” di ignoti raggi UV prodotti per un intervento sovrannaturale di Gesù e non di raggi, naturalmente derivanti dall’ipotetico annichilimento del corpo di Gesù, come già sopra fatto presente: ciò non potrebbe mai comportare l’applicazione del noto principio, secondo il quale, un evento che si realizzi come “effetto” di un evento precedente costituisce “prova” della reale esistenza dell’evento precedente, per il semplice fatto che detto evento precedente (raggi UV) si sarebbe, sempre in via di ipotesi (pur sempre avanzata “in linea teorica”), già verificato come “sovrannaturale” e, quindi, non suscettibile di essere considerato, successivamente, vero e reale. Tutto ciò necessariamente comporta le conseguenze come indicate nel mio precedente articolo.
Colgo l’occasione, per completezza espositiva, per dedicare alcuni brevi cenni ad altre due ipotesi formulate al fine di risolvere l’enigma della formazione dell’immagine sindonica.
La prima, sostenuta dal noto Barrie Schwortz, denominata “vaporografica”, secondo la quale l’immagine sindonica sarebbe il risultato di reazioni chimiche tra il tessuto, gli aromi (mirra e aloe) di cui la Sindone doveva essere impregnata, e i vapori di ammoniaca prodotti dal cadavere avvolto nel lenzuolo. Tale ipotesi venne scartata per l’impossibilità della formazione di un’immagine così netta e dettagliata come quella sindonica, dal momento che il vapore si diffonde in tutte le direzioni, oltre al fatto che tale vapore avrebbe prodotto un’immagine in tutto il telo aderente al corpo, generando un’immagine deformata e non una proiezione verticale come quella della Sindone.
La seconda, “effetto corona”, è un tipo di scarica elettrica caratterizzato dalla ionizzazione dell’aria, con produzione di plasma, un gas costituito da un insieme di elettroni e ioni.
Anche tale ipotesi venne scartata, dato che non venne capito come avrebbe potuto prodursi il campo elettrico necessario a generare la scarica. Venne suggerito che un terremoto (come quello che, secondo i Vangeli , avvenne alla morte di Gesù) avrebbe potuto generare un campo elettrico, se nel sottosuolo fossero stati presenti strati di rocce piezoelettriche, come il quarzo che, però, non venne trovato nel sottosuolo di Gerusalemme.
Su altre ipotesi minori, in quanto prive di alcun fondamento, non è il caso di prenderle in considerazione.
Allo stato attuale, dopo oltre un secolo di inutili tentativi ed in assenza di ulteriori formulazioni di valide ipotesi per addivenire alla soluzione dell’enigma sulla formazione dell’immagine sindonica da poter sottoporre a scientifiche verifiche, valgano, pertanto, le mie conclusioni, già formulate nei miei precedenti scritti.
Per risolvere l’enigma in questione, resta pur sempre praticabile, almeno per i credenti, una strada molto più semplice, come accennato in un mio precedente scritto. Posto, infatti, per indiscutibilmente accettato, che rientra nei disegni imperscrutabili di Nostro Signore la Sua indiscussa volontà di non fornire obbiettive “prove” scientifiche della Sua Resurrezione, destinata a rimanere per sempre uno dei massimi Misteri della fede cattolica, tutti i tentativi, da parte del mondo scientifico, di risolvere il problema della formazione dell’immagine sindonica che risultassero comunque inevitabilmente connessi all’evento della Resurrezione di Gesù, e, quindi, necessariamente, di fatto, finalizzati a fornirne la “prova” della Sua Resurrezione, anche se non volontariamente ricercata (come quelli propagandati dalla Prof.ssa Marinelli che li ritiene, a torto, già addirittura diventati “teoria scientifica”), sarebbero destinati ad un sicuro ed inevitabile naufragio, inducendo tutti ad una onorevole desistenza, evitando, così, di apparire davvero “stolti”, secondo la definizione data da Papa Giovanni Paolo II (nell’enciclica “Fede e Ragione”) attribuita a quanti, con inutile caparbietà, insistono nella ricerca d’impossibili soluzioni, credendo di poter risolvere con le loro menti anche quanto è a tutti precluso dalla divina Sapienza perché destinato, nei Suoi imperscrutabili disegni, a rimanere Mistero della Fede.
Concludendo, mi sia consentito di esprimere una mia sconsolata considerazione. L’enigma della formazione dell’immagine sindonica è, purtroppo, destinato a non essere mai risolto, fino a che, da un lato, al fine di sostenere la sua autenticità, continuerà a ritenersi, come la più accreditata, l’ipotesi che la formazione di detta immagine sia frutto di raggi ultravioletti UV emanati dal corpo di Gesù Risorto, con l’ulteriore “effetto” di considerare tale immagine “prova” della Resurrezione di Gesù, ipotesi propagandata in luoghi di cultura cattolica da chi riceve consensi incondizionati anche da diversi sacerdoti, mentre, dall’altro lato, tale inaccettabile ipotesi continuerà ad essere bilanciata, anche se in senso diametralmente opposto, da chi persiste ancora oggi a ritenere detta immagine frutto dell’opera di un valente falsario medioevale, con motivazioni parimenti inaccettabili.
Non posso, comunque, dimenticarmi come l’ipotesi da me strenuamente sostenuta e, della quale sono fermamente convinto, sulla natura miracolosa dell’immagine sindonica, ha ottenuto un’accoglienza superiore ad ogni aspettativa: il mio blog, infatti, con inizio ad ottobre 2024, ha ottenuto ad oggi ben 1.041.250 visitatori, mentre la mia pagina Facebook: “Riflessioni su fede e morale cattoliche” che raccoglie tutti i miei scritti sulla Sacra Sindone, con 7.500 Follower, ha superato, complessivamente, 3 milioni di visitatori, con diverse decine di migliaia di condivisioni ed adesioni, che, evidentemente, non contano nulla, dato che l’ipotesi miracolosa dell’immagine sindonica risulta, inspiegabilmente, del tutto dimenticata.