Nel mio precedente articolo “Il dogma della Resurrezione cancellato, ritenendo l’immagine sindonica “prova” della Resurrezione di Gesù” mi sono soffermato sull’impossibilità che l’immagine sindonica possa costituire “prova” della Resurrezione di Gesù, sia per l’insussistenza del necessario presupposto che detta immagine fosse stata impressa sul telo dai raggi UV emanati dal corpo di Gesù, al momento della Sua Resurrezione, sia e soprattutto per una nuova argomentazione teologica.
Ritornando sull’argomento, con riferimento ai supposti raggi UV che sarebbero stati emanati dal corpo di Gesù, è opportuno formulare le seguenti precisazioni.
L’ipotesi dei raggi ultravioletti, come possibile “causa” dell’immagine sindonica, venne avanzata inizialmente dai fisici dell’ENEA di Frascati, in particolare dal Prof. Giuseppe Baldacchini, precisando che detti raggi venivano indicati come originati, secondo un naturale processo nucleare, dall’annichilimento del corpo cadaverico di Gesù, escludendo, da fisico, qualsiasi intervento sovrannaturale. Correttamente, il Prof. Baldacchini precisava che si trattava solo di una ipotesi da verificare sperimentalmente per stabilirne la sua fattibilità ed adeguatezza rispetto ai risultati che si volevano raggiungere, sulla base delle loro ricerche al fine di trovare la prova scientifica che l’impronta corporea della Sindone si fosse formata tramite luce UV.
Tale ipotesi venne accolta con grande favore, in quanto risultava obbiettivamente idonea, qualora fosse stata verificata accettabile sul piano scientifico, alla soluzione dell’annoso enigma sulla formazione dell’immagine sindonica.
Senonché, dopo una decina di anni di sperimentazioni della suddetta ipotesi con risultati assai deludenti – sia per quanto attiene la sua fattibilità (venne, infatti, realizzato l’ingiallimento simil-sindonico di un solo centimetro quadrato di stoffa, per cui se tale effetto, davvero limitato, dato che, comunque, riguardava solo l’ingiallimento e non l’impressione dell’immagine, avesse dovuto riferirsi a tutta la superficie della Sindone, avrebbe richiesto un’apparecchiatura laser delle dimensioni di un edificio di 10 piani), sia con riferimento alla sua inidoneità al raggiungimento dei risultati sperati, in quanto escludeva la possibilità di realizzare una immagine in tutto simile a quella sindonica (basti riferirsi alla sua particolarissima tridimensionalità, realizzata con modalità assolutamente uniche ed irripetibili) – i fisici dell’ENEA pervenivano alla conclusione che i risultati delle loro ricerche “non costituiscono la prova scientifica che l’impronta corporea della Sindone si è formata tramite luce UV”. Tale chiarissima ed inequivocabile affermazione, recentemente ribadita in uno studio del prof. Di Lazzaro, in una pubblicazione dell’aprile 2025 (Editrice Baima-Ronchetti) dal titolo “Intorno alla Sindone”, (pagg. 96-109), determina definitivamente la fine dell’ipotesi di raggi UV come fonte dell’immagine sindonica.
Va, inoltre, tenuto presente che a nulla rileva l’eventuale diversa ipotesi, che sembra sostenuta dalla Prof.ssa Marinelli, secondo la quale la provenienza di detti raggi fosse da identificarsi non nell’annichilimento del corpo di Gesù ma in un Suo intervento miracoloso in tale “produzione”, dato che la riscontrata inidoneità riguarda il “mezzo” (raggi UV) oggettivamente preso in considerazione, a prescindere dalla sua origine; d’altra parte, l’ipotesi di un intervento sovrannaturale di Gesù in tal senso è da scartarsi, sia sul piano teologico, dato che risulterebbe inaccettabile l’ipotesi di un ricorso, da parte di Gesù, ad un Suo intervento miracoloso al fine di procurarsi un “mezzo” per conseguire un risultato (impressione dell’immagine sindonica) direttamente miracolosamente realizzabile, sia e, soprattutto, perché dovrebbe a Lui attribuirsi l’errore di aver fatto riferimento ad un mezzo non idoneo al fine da perseguire.
E’, pertanto, di tutta evidenza che, sulla base delle chiarissime e categoriche conclusioni alle quali sono pervenuti i fisici dell’ENEA, la tesi formulata dalla Prof.ssa Marinelli che continua a propagandare, nei suoi scritti, conferenze e “lezioni”, secondo la quale la formazione dell’immagine sindonica sia da attribuirsi a raggi UV prodotti da Gesù, come ”effetto” della Sua Resurrezione, con la conseguenziale logica conseguenza, che detta immagine costituisca la “prova” della stessa Resurrezione di Gesù, crolla rovinosamente disperdendosi nel nulla, in quanto clamorosamente smentita dai suddetti fisici, che, sulla base dei risultati delle ricerche effettuate per la necessaria verifica della loro iniziale ipotesi, sono pervenuti alla conclusione che detti risultati “non costituiscono la prova scientifica che l’impronta corporea della Sindone si è formata tramite luce UV”: di ciò, la Prof.ssa Marinelli avrebbe dovuto trarne le necessarie conseguenze, provvedendo ad una pubblica ritrattazione della sua tesi, anziché continuare caparbiamente ad insistere su di una ipotesi ormai inesistente e, comuque, scartata dagli stessi suoi autori originari, riaffermando, contraddittoriamente, di essersi sempre allineata ai risultati ottenuti dalle ricerche effettuate “dai fisici dell’ENEA”, con un atteggiamento che non può non suscitare notevoli perplessità. Tutto ciò, senza considerare, come già in altra precedente occasione rilevato, che l’ipotesi suddetta era, comunque, da ritenersi impossibile, dato che, al momento della Sua Resurrezione, il Corpo di Gesù Risorto era diventato invisibile a tutti (tranne a chi avesse Lui stesso voluto apparire), rendendo impossibile qualsiasi Sua “ripresa”.
E’, inoltre, assolutamente incontestabile che di tutte le ipotesi possibili fin ora formulate al fine di risolvere l’enigma della formazione dell’immagine sindonica, nessuna ha superato la necessaria verifica, da poter diventare una teoria scientificamente accettabile.
Concludendo: eliminata definitivamente anche l’ipotesi di raggi UV nella formazione dell’immagine sindonica ed in assenza, anche, di formulazioni di altre ipotesi da sottoporre a verifica, continuare, oggi in tale obbiettiva situazione come sopra sinteticamente esposta, a sostenere che la Sindone costituisca “prova” della Resurrezione di Gesù, sulla base del necessario presupposto che l’immagine ivi rappresentata sia il naturale “effetto” dell’emanazione di raggi UV dal corpo di Gesù Risorto, “effetto” definitivamente e categoricamente escluso dal mondo scientifico e, quindi, assolutamente inesistente, costituisce, senza ombra di dubbio, un’affermazione davvero irragionevole.
Non resta, pertanto, che accogliere l’unica ipotesi rimasta che è quella, già più volte sostenuta, di considerare l’immagine sindonica formata per un sovrannaturale intervento divino da accogliersi solo per fede, dato che essendo, appunto, di natura miracolosa resta, per definizione, non suscettibile di verifica sul piano scientifico, ritenendo qui riportate le conclusioni formulate nel mio precedente articolo: “Il dogma della Resurrezione annullato, ritenendo l’immagine sindonica prova della Resurrezione di Gesù”: stupisce, inoltre, il fatto che, tra tutte le varie ipotesi formulate sulla formazione dell’immagine sindonica, quella di un intervento sovrannaturale non sia mai stata presa in considerazione, nemmeno dalla stessa Chiesa Cattolica.
Colgo l’occasione per segnalare che il mio blog (iniziato a fine settembre 2024), unica voce su internet a sostegno della tesi di un intervento sovrannaturale nella formazione dell’immagine sindonica, ha raggiunto un milione di visualizzazioni (circa 500.000 negli ultimi due mesi) e la mia pagina Facebook (con oltre 7.300 follower) che raccoglie tutti i miei scritti sulla Sindone ha superato 3 milioni di visualizzazioni complessive, con decine di migliaia di consensi e commenti. Rilevo, inoltre, che il numero di chi ritiene che la Sindone sia un falso medioevale, anche se in assenza di valide motivazioni, indiscutibile essendo la sua qualifica di oggetto non prodotto da uomo, è, comunque, in continuo aumento: ciò può trovare una sua giustificazione nel fatto che, da oltre un secolo, tutti i vani tentativi, rivolti (sbagliando) a dimostrare una connessione logico-temporale tra il momento della Resurrezione di Gesù e quello della formazione dell’immagine sindonica, a preteso supporto della sua autenticità, sono, di volta in volta, tutti miseramente falliti.