Nel precedente articolo ho messo in evidenza  che l’effetto tridimensionale, come illusione ottica di una profondità che realmente non esiste nell’immagine, si realizza normalmente (comunque, mai spontaneamente) con  varie tecniche ed attrezzature che, tutte, si basano sul particolare utilizzo delle fonti luminose, creando effetti di chiaroscuro idonei a realizzare sull’immagine la suddetta illusione ottica e che il risultato di tale tecnica non è mai idoneo a produrre un oggetto tridimensionale, in quanto privo delle informazioni relative alla distanza di ogni punto dell’oggetto da ritrarre rispetto al supporto sul quale viene impressa l’immagine stessa, come, invece, presenti nell’immagine sindonica.

         La modalità della suddetta tridimensionalità riscontrata nell’immagine sindonica presuppone, quindi, l’assoluta necessità di un distacco minimo per tutto il corpo di Gesù, sia nel lato superiore che in quello inferiore, che esclude qualsiasi possibilità di riferire l’evento di formazione dell’immagine a quello della Resurrezione, avvenuta nel sepolcro, con il corpo di Gesù, disteso per terra sulla Sindone e, pertanto, necessariamente a stretto contatto con quest’ultima dalla quale era avvolto, ovvero anche (circostanza, questa, comunque, assolutamente contestata) semplicemente ricoperto.

         In tale situazione, l’idea che l’immagine sindonica possa, sia pure lontanamente, assomigliare ad un “selfie”, come suggerito da un fanciullo e, comunque, ripresa da qualcuno, appare davvero molto discutibile.

        Purtroppo, il fondamentale errore che costituisce la causa unica dell’insorgere di tante insormontabili difficoltà nel cercare di comprendere come si sia potuta formare l’immagine sindonica, risiede nell’ ipotetico presupposto che detta immagine si sia formata al momento della Resurrezione di Gesù, laddove svariate motivazioni  ed insormontabili incongruenze avrebbero dovuto escludere subito tale coincidenza; basti ritornare sulla particolare modalità della sua tridimensionalità, realizzata nell’indispensabile presupposto del corpo di Gesù totalmente distaccato dalla Sindone, per pervenire alla conclusione che detto necessario distacco non  poteva realizzarsi, per l’impossibilità di una reale ed attuale posizione di galleggiamento tra le due parti contrapposte della Sindone al momento della formazione dell’immagine, coincidente a quello della Resurrezione, bensì solo con riferimento a tale formazione avvenuta,  in  un momento successivo a detta Resurrezione, ad opera del suo Autore, e, pertanto, con riferimento ad una solo virtuale ed immaginaria  posizione di galleggiamento, rendendo, così, necessario, nella ricerca  della causa originaria dell’immagine sindonica,  fare ricorso ad un Suo intervento soprannaturale.

          Per quanto concerne, poi, la preconcetta opposizione, da parte del mondo scientifico, all’ipotesi del miracolo, e sull’inconsistenza di una qualsiasi tentativo di risolvere, su basi scientifiche, l’enigma sulla formazione dell’immagine sindonica, è opportuno fare riferimento all’impegno profuso, per tanti anni, presso il centro ENEA di Frascati, dai Prof.ri Giuseppe Baldacchini e Paolo Di Lazzaro,  due dei più autorevoli fisici in campo internazionale che si siano interessati, con indubbia competenza e passione, all’enigma della Sacra Sindone.

        Sulle argomentazioni e conseguenti sperimentazioni come sopra svolte per oltre dieci anni è, infatti, doveroso qui riproporre, in breve sintesi, la seguente  ricostruzione.

        Il Prof. Giuseppe Baldacchini, dopo aver testualmente premesso, nel suo lavoro di ricerca,  di escludere qualsiasi riferimento ad un eventuale miracolo sull’argomento in questione, aveva inizialmente ipotizzato (come da lui stesso riferito in un suo studio dal titolo: “Religioni, Cristianesimo e Sindone”, marzo 2012, in www.sindone.info/BALDAKI1.PDF ) che la fonte dell’immagine sindonica fosse da ricercarsi in un fascio di raggi ultravioletti scaturito dal corpo di Gesù deposto nel sepolcro, testualmente affermando che: “l’unico modo di spiegare la Sindone nella sua interezza è che l’uomo descritto dai Vangeli come Gesù Cristo abbia subito un processo di annichilazione quando era cadavere ed avvolto nella Sindone” con l’esplosione di energia, tramutatasi “in luce, calore e suono”. Tale ipotesi, apparentemente sostenibile su basi scientifiche, doveva, quindi, ritenersi subordinata, sempre secondo il Prof. Baldacchini, al seguente imprescindibile presupposto:  secondo il Prof. Baldacchini, infatti – con una affermazione chiaramente eretica, in quanto in contrasto con la Verità evangelica e quanto precisato nel Catechismo della Chiesa Cattolica –  Gesù non era risorto; il Suo corpo cadaverico, così come era stato sepolto nel sepolcro, si era annichilito tramutandosi, con un processo nucleare simile a quello della bomba atomica, in energia che aveva prodotto il suddetto fascio di raggi ultravioletti;  Il riferimento al suddetto fascio di raggi ultravioletti si rendeva necessario in quanto solo tali raggi, che in natura non esistono, possiedono la particolarità di essere direzionali, qualità necessaria alla produzione di una immagine su di un particolare supporto (nella specie, la Sindone) in assenza di apparecchiature fotografiche, dato che la luce, normalmente, si propaga a 360 gradi.

          Inoltre, il Prof. Baldacchini, accorgendosi che il procedimento come sopra ipotizzato, qualora avesse interessato tutto il corpo di Gesù, avrebbe causato un’esplosione nucleare che avrebbe distrutto tutta la città di Gerusalemme, precisava, con una ipotesi davvero aberrante, che detto procedimento doveva aver interessato solo “una piccolissima parte del corpo di Gesù”, senza precisare per quale ignota legge fisica ciò potesse essere accaduto e che fine avesse fatto la residua parte (quasi totale) del corpo di Gesù.

          Comunque, la successione temporale, (annichilazione del corpo di Gesù – sua trasformazione in energia  – flusso di raggi ultravioletti prodotti da tale energia – formazione dell’immagine) così come indicata nell’ipotesi del Prof. Baldacchini, desta notevoli perplessità: infatti, come è mai possibile che un fascio di raggi ultravioletti possa aver prodotto l’immagine del corpo di Gesù, cioè dopo che tale corpo, avendo subito il suo annichilimento, si era tramutato in energia scomparendo  alla vista di tutti?

          Senza considerare il suddetto insormontabile ostacolo, Il prof. Baldacchini, comunque, in un successivo articolo (https://www.lalampadina.net/magazine/2015/06/storia-e-scienza-la-sindone-la-materia-e-lanti-materia/ ), premesso che era “doveroso pensare fino a prova contraria che i fatti si siano svolti come sono stati descritti nei Vangeli”, e, quindi, che “Gesù Cristo era apparso vivo dopo questo evento e non possiamo avere dubbi sui testimoni che non avendo mentito prima non lo hanno fatto dopo”, prevedeva che l’energia prodotta nel suddetto annichilimento si fosse ricomposta, una volta uscita dal sepolcro, facendo riemergere il corpo di Gesù facendolo “riapparire praticamente come era prima”. Invero, detta “ricomposizione” appare assai problematica, avendo lo stesso Prof. Baldacchini precedentemente affermato che l’energia prodotta dall’annichilimento del corpo di Gesù si fosse tramutata “in luce, calore e suono”.

           Senonché, tralasciando anche la predetta incongruenza, e  riesaminando il percorso di tale ipotetico processo, il Prof. Baldacchini, prendendo atto che la suddetta supposta ricomposizione dell’energia comportava il riemergere del corpo di Gesù, nel Suo precedente stato cadaverico e non certo di un corpo vivo, perveniva alla conclusione di dover rivedere ed annullare la sua supposizione sull’ipotetico annichilamento del corpo di Gesù, in sostituzione della Resurrezione, così come emergente dai Vangeli e da quanto insegnato dalla dottrina della Chiesa Cattolica,   facendo, così, venir meno il necessario presupposto per la produzione del suddetto fascio di raggi ultravioletti. Al riguardo, riporto quanto testualmente scritto, in un suo articolo, dal Prof. Baldacchini, a conclusione dei suoi studi, il 13 aprile 2022 , cioè dieci anni dopo l’esposizione della sua ipotesi :

“In ogni caso, qualunque potrà essere l’esito finale di questi studi, rimarrà sempre un aspetto inspiegabile del processo della Resurrezione. Infatti, l’ipotesi AMA (annichilazione materia-antimateria) è in grado di descrivere come si sia formata l’IC e come il corpo sia diventato trasparente alla Sindone, ma non come un corpo morto possa essere riportato in vita. E’ chiaro però che se Cristo era il figlio di Dio, come molte circostanze tendono a indicare, allora questa difficoltà umana trova la semplicissima spiegazione dell’intervento divino, cioè un miracolo. Infatti, cosa impedisce a Dio di fare in 10 miliardesimi di secondo, la Resurrezione, quello che aveva già fatto in 10 miliardi di anni, la Vita?”(v.   https://www.aldomariavalli.it/2022/04/13/nuove-ipotesi-scientifiche-sulla-sindone-e-io-fisico-vi-dico-cosi-il-corpo-di-gesu-si-e-smaterializzato/  ).

          Vero è che il Prof. Baldacchini, poco prima, si fosse posta la seguente domanda: “Ma, se Dio ha creato l’Universo con il Big Bang, cosa mi impedisce di pensare che lo stesso Dio non sia ricorso allo stesso fenomeno fisico per la Resurrezione del suo figlio prediletto, cioè, Gesù Cristo?”.  Tale interrogativo non lo ritengo meritevole di una risposta, tanto mi sembra davvero irragionevole e, comunque, teologicamente inaccettabile ipotizzare che il Signore, al fine di Realizzare il miracolo della Resurrezione, avesse avuto bisogno di fare ricorso ad un “fenomeno fisico”.

           E’, inoltre, da aggiungere che nel 2010 il Prof. Paolo Di Lazzaro (collega e collaboratore del Prof. Baldacchini) aveva fatto presente, in un suo articolo dal titolo “Ipotesi sulla formazione dell’immagine della Sindone” in https://www.30giorni.it/articoli_id_22507_l1.htm , quanto segue sulla verifica sperimentale dell’ipotesi del fascio di raggi ultravioletti nel laboratorio del centro ENEA di Frascati:

         “Per quanto significativi, i nostri risultati ancora non permettono di formulare un’ipotesi certa e praticabile sulla modalità di formazione dell’immagine sindonica: basti pensare che, se consideriamo la densità di potenza di radiazione che noi abbiamo utilizzato per ottenere la colorazione di un solo centimetro quadrato di lino, per riprodurre l’intera immagine della Sindone con un singolo flash di luce sarebbero necessari quattordicimila Laser che sparano contemporaneamente ciascuno in una zona diversa del lino per riprodurre l’immagine stessa: per intenderci meglio, una fonte di luce Laser avente le dimensioni di un intero palazzo”. Tali risultati, assai deludenti, peraltro relativi solo al conseguimento, su di una superfice di un centimetro quadrato, solo su di una colorazione simile a quella della Sindone e, comunque, mai al trasferimento di nemmeno  una piccolissima parte dell’immagine, mettevano, da soli, in evidenza l’inconsistenza della tesi del fascio di raggi ultravioletti.

          A prescindere dall’eloquente articolo del Prof. Di Lazzaro sopra riportato, ritornando su quanto come sopra affermato dal Prof. Baldacchini – che costituisce una radicale revisione rispetto a ciò che lo stesso aveva precedentemente sostenuto nel marzo 2012, sull’ipotesi dell’annichilimento del corpo di Gesù come unico e necessario presupposto per spiegare come si fosse formata l’immagine sindonica – va precisato che il suddetto Prof. Baldacchini aveva avuto l’occasione, con riferimento ad alcune mie critiche su tale ipotesi (v. mio articolo n. 8 di questo blog), di farmi presente  (v. Cap: “Risorto o scomparso?” di https://www.mondocrea.it/linizi-delluniverso-e-la-sacra-sindone-federico-pellettieri/ ) che la sua tesi, secondo la quale il fascio di raggi ultravioletti dovessero ritenersi prodotti dall’annichilimento del corpo di Gesù, costituiva “solo una proposta tutta da verificare”, nel “tentativo di spiegare nel modo più razionale e scientifico possibile cosa possa essere accaduto in una tomba di Gerusalemme circa 2000 anni fa”.

           E’ evidente, pertanto, che con le suddette chiare ed incontestabili affermazioni il Prof. Baldacchini –  sulla base di una “verifica” della sua ipotesi AMA, come sopra descritta dal Prof. Di Lazzaro, che, alla fine del suo accidentato ed irrealistico percorso, avrebbe, comunque, comportato  la possibilità della ricomparsa di un Gesù privo di “vita” che nessun procedimento fisico avrebbe potuto far risorgere –   implicitamente rinnegava ( a partire dalla suddetta data del 13 aprile 2022), annullandola del tutto, tale sua precedente ipotesi: veniva, così, a cadere l’unica ipotesi rimasta, con un minimo di probabilità, a sostegno dell’ ipotesi che l’immagine sindonica si fosse prodotta, su basi scientifiche, al momento e per effetto della resurrezione di Gesù, come esplicitamente ammesso anche da parte dei suddetti ricercatori, autori di tale ipotesi.

          Veniva, così, posta, definitivamente, una pietra tombale sull’ipotesi di un fascio di raggi ultravioletti, la cui fonte fosse da ricercarsi in una ipotetica reazione nucleare necessariamente connessa, in via esclusiva, all’annichilamento del corpo di Gesù che gli stessi autori di tale ipotetico complesso procedimento avevano successivamente ritenuto di dover escludere per le motivazioni sopra riportate, accettando, esplicitamente, l’ipotesi di un miracolo  (per eventuali approfondimenti di tale argomento, leggi l’articolo n. 9 del mio blog https://lenigmadellasacrasindone.it , dal titolo: “L’evoluzione della pretesa annichilazione del corpo di Gesù, secondo l’ipotesi del Prof. Giuseppe Baldacchini”).

          Una volta eliminata definitivamente l’ipotesi dell’annichilazione del corpo di Gesù, e, conseguentemente, anche quella di raggi ultravioletti, veniva, così, meno ogni residuo possibile sostegno all’ipotesi che l’immagine sindonica si potesse essere formata, sulla base delle leggi della fisica, con riferimento al lampo di luce  (che, come sopra fatto presente, avrebbe dovuto necessariamente ed esclusivamente riferirsi a raggi ultravioletti)  avvenuto al momento della Resurrezione di Gesù, aprendo, così, la strada all’unica possibile soluzione rimasta: quella del riconoscimento della natura miracolosa dell’immagine sindonica.

          Appare, pertanto, davvero, a dir poco, incomprensibile, come alcuni sindonologi, con affermazioni che non esito a definire menzognere, ancora oggi ritengano di poter insistere a sostenere che la fonte dell’immagine sindonica sia da ricercarsi in un fascio di raggi ultravioletti, facendo esplicito riferimento a quanto inizialmente sostenuto dal Prof. Giuseppe Baldacchini, omettendo, però, che tale tesi dal suddetto suo autore, dopo le opportune sue “verifiche”, era stata esplicitamente rinnegata. Costituisce, invero, una evidente menzogna divulgare una tesi, attribuendola, ancora oggi, ad un autore che,  pur avendola inizialmente sostenuta, sia stata, successivamente, pubblicamente, ritenuta dallo stesso  non più valida; d’altra parte, qualsiasi altra ipotesi che si basi su detto fascio di raggi ultravioletti deve ritenersi non più sostenibile, per il venir meno dell’ipotesi di un annichilimento del corpo di Gesù, che costituiva il necessario ed esclusivo presupposto per la produzione di detti raggi ultravioletti.

          Altrettanto inspiegabile risulta, inoltre, il comportamento della Chiesa Cattolica che non sembra abbia mai preso in considerazione che l’ipotesi del fascio di raggi ultravioletti si basasse sul necessario presupposto, assolutamente inaccettabile, dell’annichilazione del corpo di Gesù e, pertanto, continua ad aprile le porte dei propri luoghi di culto a quanti, imperterriti, insistono nella divulgazione di una tale menzognera tesi, creando solo confusione e disorientamento, persistendo nell’ingiustificato rifiuto a riconoscere, nell’immagine sindonica, un intervento soprannaturale, denigrando, così,  la stupefacente opera a tutti offerta in dono da Nostro Signore Gesù Cristo, in memoria della Sua Passione, Crocifissione, Morte e Resurrezione.

          Allo stato attuale è, in ogni caso, evidente, a parte le varie tesi sulla pretesa falsità dell’immagine sindonica assolutamente inconsistenti, che tutte le possibili ipotesi per avvalorare la tesi di una formazione di detta immagine avvenuta, secondo le leggi della fisica, a seguito e per effetto della Resurrezione di Gesù, nonostante innumerevoli tentativi messi in atto, per oltre un secolo, da qualificatissimi scienziati (nel campo della fisica, chimica, medicina, fotografia ed altri settori), sono tutte miseramente fallite, sicché, oggi, il mondo scientifico è pressoché  unanime ad astenersi da qualsiasi altro tentativo in tal senso, tante incongruenze ed incompatibilità sono emerse nell’esame dell’immagine sindonica (v. il mio articolo  “La Sacra Sindone: una immagine impossibile”, pubblicato al n.10 del mio blog su riferito) fino ad arrivare ad affermare che la Sacra Sindone, sotto l’aspetto scientifico, non dovrebbe nemmeno esistere, qualificandola  oggetto “impossibile”.

        Dato che, inoltre, la Chiesa Cattolica, con il suo silenzio, sembra  persistere nel non voler ammettere la natura miracolosa di detta immagine, l’attuale situazione di assoluta ed inaccettabile indeterminatezza sulla natura dell’immagine impressa sulla Sacra Sindone è, purtroppo, destinata a protrarsi nel tempo, fino  a quando, come è da augurarsi, desistendo da tale atteggiamento, si decida di avviare la procedura canonica per il riconoscimento della sua natura miracolosa, pur prendendo atto dell’obbiettiva impossibilità di indicare luogo e tempo del suddetto avvenimento miracoloso, elementi, comunque, irrilevanti al fine del suddetto riconoscimento.