Nel mio precedente articolo concludevo con una sconvolgente domanda: ma Gesù è veramente risorto, oppure il suo corpo si è annichilito e, tramutatosi in energia, si è dissolto nel nulla?
In effetti la mia domanda nascondeva una recondita speranza, ancora oggi sempre viva: nell’affannarsi alla ricerca della verità, su basi essenzialmente scientifiche, sulla formazione dell’immagine impressa sulla Sacra Sindone che costituisce il suo vero ed unico enigma, scienziati e sindonologi, alla fine, si accorgeranno dell’inutilità delle loro ricerche, prendendo atto di trovarsi difronte ad un oggetto non suscettibile di umane spiegazioni, dando, così spazio all’unica strada rimasta, quella di un intervento sovrannaturale.
Ritornando, però, sull’argomento, devo, invece, convincermi di aver sbagliato, dato che, almeno per il momento, tale evento é ben lungi dal verificarsi.
Devo, comunque, notare che, nel mondo scientifico, si avvertono positivi segni di cedimento. Per quanto concerne, infatti, l’ipotesi che l’immagine sindonica possa essere stata prodotta da un “raggio ultravioletto” emanato dal corpo di Gesù, a seguito di un processo nucleare che avrebbe comportato l’annichilimento del corpo di Gesù e che si sarebbe verificato nel sepolcro, ove il corpo di Gesù era deposto, l’ideatore di tale ipotesi, Prof. Giuseppe Baldacchini, non poteva ignorare che, secondo testimonianze inoppugnabili, Gesù era stato visto vivo dopo la sua sparizione, a seguito del suo presunto annichilimento. Il prof. Giuseppe Baldacchini, quindi, in un primo momento aveva ipotizzato una davvero fantascientifica ricomposizione dell’energia prodotta, al difuori del sepolcro, ma accorgendosi che anche tale perfezionamento della sua ipotesi non risolveva l’enigma, dovendo la suddetta ricomposizione riprodurre il corpo originario, cioè Gesù in stato cadaverico e non vivo, e la vita non poteva certo ripresentarsi per un qualsiasi procedimento scientifico, era, alla fine, costretto ad ammettere che la soluzione andava ricercata per altra via, indicandola esplicitamente nel miracolo.
Venendo meno, pertanto, l’ipotesi del “raggio ultravioletto”, da considerarsi l’unica ipotesi rimasta di una certa affidabilità a sostegno della pretesa dimostrabilità che l’immagine sindonica potesse essere stata prodotta da un processo naturale, era da aspettarsi una inevitabile resa anche da parte dei sindonologi: senonché, questi ultimi, con alla testa la Prof. Emanuela Marinelli – considerata dalla Chiesa Cattolica una massima esponente della sindonologia, a livello internazionale per i suoi studi sulla Sindone, insignita anche di medaglia d’oro al valore per la cultura cattolica pur essendo convinta sostenitrice dell’ipotesi del prof. Giuseppe Baldacchini del “raggio ultravioletto”, basato sull’eretico ed indispensabile presupposto dell’avvenuto annichilimento del corpo di Gesù – hanno continuato, imperterriti, a sostenere ancora la suddetta tesi del “raggio ultravioletto” (v., sul punto, il mio articolo: “ L’eresia di un raggio ultravioletto come fonte dell’immagine della Sacra Sindone”). La mia insistenza a recedere da tale atteggiamento, anche perché, da me, ritenuto eretico, non è servito a nulla.
Al riguardo è qui opportuno mettere in evidenza un madornale errore – nel quale io stesso inizialmente ero incorso, sulla base, anche, di una prima superficiale lettura dell’ipotesi formulata dal Prof. Baldacchini – commesso da molti ( per non dire: dai più) ivi compresi, evidentemente, i sostenitori della suddetta ipotesi del “raggio ultravioletto”, che è quello di considerare la Resurrezione di Gesù come smaterializzazione (=annichilamento) del suo corpo, quando, invece, tale supposizione è in evidente contrasto sia con quanto descritto nei testi evangelici, sia con la dottrina insegnata dal Magistero della Chiesa Cattolica. Gesù risorto, infatti, non ha mai dismesso la sua corporeità, come del resto indicato nell’episodio della sua Trasfigurazione sul monte Tabor (anteprima di quello che sarebbe successo alla Sua Resurrezione ed anche alla nostra, “alla fine del mondo”); il “suo proprio corpo”, infatti, non si è mai “annichilito”, ma, invece, si è solo trasfigurato in corpo glorioso (anche se ciò, oggi, è sottratto all’umana comprensione) ma pur sempre rimanendo nel suo corpo originario, anche se “di un altro ordine”, con diverse acquisite particolarità, in quanto divenuto a tutti invisibile, tranne nei confronti di quanti avesse voluto farsi vedere, (come, per esempio, Paolo, in 1 Cor. 15,6, racconta di un’apparizione “a più di 500 fratelli in una sola volta e la maggior parte di essi vive ancora”), e che attraversava muri e porte senza aprirle, facendosi toccare dai suoi, con i quali aveva anche mangiato.
Su tale argomento ho cercato di coinvolgere anche eminenti personalità in campo teologico cattolico, al fine di pervenire, almeno, ad un opportuno, se non addirittura necessario, chiarimento sull’inammissibilità della suddetta ipotesi anche su di un piano, appunto, strettamente teologico, dato il suo netto contrasto con la dottrina cattolica, ricevendone deludenti reazioni: da alcuni, non ho ricevuto alcuna risposta, altri si sono limitati a ringraziarmi per i miei scritti, mentre alcuni mi hanno fatto presente che, pur prendendo atto che le mie osservazioni riguardavano argomenti che toccavano il campo della ricerca esegetica e teologica, non avevano alcun interesse particolare sulla questione sindonica. Solo la condivisione della mia tesi, da parte di un carissimo amico sacerdote e noto teologo, ha contribuito a tenermi saldo nella mia “santa battaglia”.
Quanto sopra mi induce a ritenere (mi auguro di sbagliarmi) che sulla questione sindonica sussista, almeno con riferimento alle alte gerarchie ecclesiastiche, un generalizzato disinteresse derivante, quasi, da una inspiegabile volontà di opporsi, almeno per ora, ad una soluzione che implichi il riferimento ad un evento miracoloso: tutto ciò, però, comporta, comunque, il disconoscendo, con ingiustificata ingratitudine, di ciò che, con tanto amore, era stato posto in essere – con stupefacenti risultati (anche in contrasto con le note leggi fisiche) che mai e poi mai nessun valentissimo artista o qualificatissimo scienziato, anche avendo a disposizione i più sofisticati mezzi che la tecnologia moderna dispone, sarebbe stato capace, come universalmente riconosciuto, di realizzare – come prezioso e stupefacente dono, a memoria della sua Passione, Crocifissione, Morte e Resurrezione, di Chi volontariamente a tanto si era offerto per la nostra salvezza. Non si capirebbe, d’altra parte, il perché la Chiesa Cattolica continui ad aprire le porte dei propri luoghi di culto a chi si affanna ancora a mantenere in vita, a tempo indeterminato, la discussione sulla formazione dell’immagine sindonica con riferimento all’ipotesi di un “raggio ultravioletto” come fonte dell’immagine sindonica, anche a costo di apparire consenziente nei confronti di chi divulga tesi che presuppongono situazioni inaccettabili, in quanto incompatibili con quanto insegnato dal proprio Magistero.
Tale atteggiamento è davvero inspiegabile anche con riferimento ad una lunga serie di innaturali incongruenze ed incompatibilità rilevate dallo stesso mondo scientifico (il fisico Prof. Di Lazzaro ne ha rilevate un cinquantina) che non trovano nessuna giustificazione né risultano riproducibili: in questa sede mi limito a ricordare ripetendomi per l’ennesima volta (oltre alle numerose altre descritte nei miei vari articoli su tale argomento) quella relativa alla riscontrata tridimensionalità dell’immagine impressa sulla Sindone, emergente dalla rilevata diversa intensità di colorazione dei singoli punti di detta immagine, in modo proporzionale ad una diversa ipotetica distanza intercorrente tra i detti singoli punti rispetto al corpo di Gesù, che presuppone detto corpo in posizione di innaturale galleggiamento tra le due parti contrapposte della Sindone, anche per la rilevata assenza di alcun contatto con le stesse, laddove, invece, il telo sindonico si trovava in posizione di avvolgimento del corpo di Gesù e, quindi, in perfetta aderenza allo stesso.
Concludendo: non può negarsi che la Chiesa Cattolica – persistendo nel suo atteggiamento di preconcetto ed immotivato rifiuto a riconoscere un intervento sovrannaturale nella formazione dell’immagine sindonica e mostrando di condividere, invece, l’ipotesi che detta immagine possa essere stata prodotta, come effetto, secondo le naturali leggi della fisica, di un “raggio ultravioletto” emanato dal corpo di Gesù deposto nel sepolcro – contraddicendosi con sé stessa, inevitabilmente appare negare, di fatto, l’avvenuta Resurrezione di Gesù (nei termini indicati dalla propria dottrina), dato che detto raggio, come già svariate volte fatto presente, è strettamente connesso al necessario presupposto dell’annichilimento, per l’incontro materia-antimateria, ipoteticamente avvenuto nel sepolcro, del Suo corpo che, totalmente annientato, avrebbe comportato la sua trasformazione in energia che, dopo aver prodotto il noto lampo, si sarebbe dispersa nel nulla, dal quale nulla, nulla può più risorgere.