Facendo seguito al mio articolo “Risorto o Scomparso”, pubblicato nella mia pagina Facebook  “Riflessioni su fede e morale cattoliche di Federico Pellettieri”, ho di recente posto al Prof. Giuseppe Baldacchini, tramite il sito “La lampadina”, la seguente domanda:

         “Se è vero che – nel processo di annichilimento del Corpo di Gesù che, sono sue parole, “permette alla materia di scomparire” e, quindi, rende non più visibile il Corpo di Gesù – “all’inizio c’è la Materia del Corpo di Gesù, mentre alla fine c’è una esplosione di Luce” che ha consentito la formazione dell’immagine sindonica, come è stata possibile l’impressione dell’immagine di un Corpo che, in quel momento, era “scomparso”?

          A tale domanda, il Prof. Baldacchini, tramite la “Redazione controluce” del suddetto sito, mi ha così risposto:

          “A me però sembra che il signor Federico Pellettieri abbia fatto un poco di confusione.

I miei studi possono esser divisi in due parti. Nella prima, lampo di luce, ho (anzi abbiamo) dimostrato che l’immagine sindonica può essere prodotta da un fascio di luce UV molto breve e potente, e questo è un risultato scientifico che può essere controllato anche in altri laboratori. La seconda, ipotesi AMA, è un tentativo di spiegare nel modo più razionale e scientifico possibile cosa possa essere accaduto in una tomba di Gerusalemme circa 2000 anni fa. Infatti non c’è stato solo un lampo di luce proveniente dal corpo avvolto nel lenzuolo funebre, Sindone, ma anche altro. Quindi FP, deve prendere la prima parte come un risultato scientifico, mentre la seconda parte è solo una proposta tutta da verificare, anche se si basa sulle attuali conoscenze scientifiche e arriva ad alcune conseguenze che sono state verificate. Lasciamo stare i miracoli fuori da questa discussione.

Cari saluti, Giuseppe”.

            Immediata è stata la mia replica:   

            “La risposta del Prof. Baldacchini mi lascia davvero perplesso.

Non riesco, infatti, a capire in quale “confusione” io sia caduto, dato che il prof. Baldacchini non ha assolutamente risposto alla mia semplicissima domanda: come, cioè, possa ritenersi possibile (in occasione del lampo scaturito dalla Resurrezione, avvenuto, sulla base delle sue testuali parole, come effetto e, comunque, alla fine del complicato ipotetico processo nucleare) l’impressione dell’ immagine di un corpo che, in quel momento, non era più visibile, in quanto totalmente  annichilito.

          Prendo inoltre atto che, finalmente, il prof. Baldacchini afferma che la sua ipotesi (AMA, consistente nell’annichilazione-smaterializzazione del corpo di Gesù) sia da considerarsi (sempre, quindi, nell’ambito di una mera ipotesi) “solo una proposta tutta da verificare”, nel “tentativo di spiegare nel modo più razionale e scientifico possibile cosa possa essere accaduto in una tomba di Gerusalemme circa 2000 anni fa”, ridimensionando, così , se non annullando del tutto, quanto precedentemente affermato nell’articolo dell’aprile 2022 dal roboante e clamoroso titolo: “E io, fisico vi dico: così il corpo di Gesù si è smaterializzato”.

         Per necessaria chiarezza, ritengo opportuno sintetizzare in che cosa consista, per il Prof. Baldacchini, la sua ipotesi di annichilimento del corpo di Gesù avvolto nella Sindone che ha prodotto il lampo di luce che ha consentito l’impressione dell’immagine di Gesù sulla Sindone.

         Il pensiero del Prof. Baldacchini emerge sostanzialmente dai suoi seguenti scritti che dovrebbero essere letti attentamente:

        marzo 2012: “Religioni, Cristianesimo e Sindone”, in www.sindone.info/BALDAK.PDF,

       marzo 2018: “La Sindone ed un lampo di luce”, in www.controluce.it/la-sindone-e-un-lampo-di-luce/,

       aprile 2022: “Ed io fisico vi dico come il corpo di Gesù si è smaterializzato”, in ne-e-io-fisico-vi-dico-cosi-il-corpo-di-gesu-si-e-smaterializzato/ , www.aldomariavalli.it/2022/04/13/nuove-ipotesi-scientifiche-sulla-sindo

       maggio 2022: “Il big bang della Risurrezione”, in www.controluce.it/il-big-bang-della-risurrezione/ .

        In brevissima sintesi, secondo il Prof. Baldacchini – “lasciando stare i miracoli fuori da questa discussine” e, quindi, credendo fermamente che qualsiasi evento, anche se apparentemente straordinario, possa e debba trovare la sua soluzione solo con esclusivo riferimento alle normali leggi fisiche oggi conosciute – l’immagine sindonica sarebbe stata prodotta dal forte lampo scaturito dalla reazione nucleare che sarebbe avvenuta nel sepolcro di Gesù per l’incontro della materia (corpo di Gesù) con antimateria che avrebbe provocato l’annichilazione del Suo corpo con l’esplosione di energia, tramutatasi “in luce, calore e suono”: nulla viene precisato su come detta antimateria ( che in natura non esiste ed attualmente può essere generata solo in laboratorio) si sarebbe trovata nel sepolcro di Gesù. In via generale, comunque, il Prof. Baldacchini si è esplicitamente riservato di chiarire ogni residuo dubbio “a tempo debito”. La suddetta energia, sempre secondo il prof. Baldacchini, si sarebbe poi ricomposta, fuori della Sindone ed in un altro luogo non meglio precisato per ritornare nella precedente situazione (quella, cioè, di corpo cadaverico?).

        In considerazione del fatto che la suddetta reazione avrebbe comportato un’esplosione di energia di apocalittiche dimensioni, tali da distruggere l’intera città di Gerusalemme, il Prof. Baldacchini, rettificando il suo pensiero, chiarisce che l’incontro della materia (sempre il corpo di Gesù) non è avvenuto con  antimateria, ma con antimateria “virtuale”, che è un tipo di antimateria, così chiamata, per l’estrema brevità della sua sopravvivenza, tanto da non essere fisicamente percepibile, producendo esplosioni di ridottissime dimensioni, rendendo, così, ancora più difficile comprendere la sua presenza nel sepolcro di Gesù. Evidentemente, non soddisfacendo dette pur ridottissime dimensioni dell’esplosione, il prof. Baldacchini, ulteriormente correggendosi, al fine di ridurre al massimo gli effetti di detta esplosione, fa ricorso ad un’altra ipotesi: l’annichilazione ipotizzata sarebbe  “consistita nella trasformazione di una piccolissima frazione della Materia del corpo di Gesù” (v. articolo dell’aprile 2022).

        A prescindere dalle ulteriori considerazioni, è appena il caso di rilevare come l’ipotesi, nei termini come sopra descritti, costituisca un vero e proprio irriverente scempio di quello straordinario e sovrannaturale evento della Resurrezione di Gesù che, escludendo ogni annichilazione/distruzione del Suo corpo, costituisce un imprescindibile fondamento della nostra fede sulla realtà della Sua trasfigurazione in  un  Corpo Glorioso, resosi invisibile a tutti, fatta eccezione a quanti Lui stesso avesse voluto apparire e che attraversava i muri e le porte senza aprirle, e si faceva fisicamente toccare dai suoi discepoli con i quali aveva anche mangiato.

        Il prof. Baldacchini, comunque, evidentemente ritenendosi, come fisico, persona in grado di spiegare ogni cosa, ha continuato sempre ad insistere nell’affermare che la sua tesi dell’annichilazione è fondata sulle attuali conoscenze scientifiche, affermando, inoltre, con una frase che genera solo confusione, che “nella notte tra il sabato 8 e la domenica 9 aprile del 33 (o 30) d.C. in una tomba di Gerusalemme è avvenuto un fatto singolare che da allora è stato sempre ricordato nel variegato mondo del Cristianesimo con il nome di Resurrezione”. Sempre secondo il Prof. Baldacchini, le sue tesi arrivano anche “ad alcune conseguenze che sono state verificate” ed, a  quest’ultimo riguardo, fa riferimento a quanto lui stesso ha potuto verificare nell’esame degli effetti che il processo nucleare da lui ipotizzato avrebbe prodotto sul ringiovanimento del telo sindonico.

        Secondo la sua ipotesi, infatti, detto processo nucleare intervenuto sul corpo di Gesù, sulla base di una lunga serie di formule (per i più assolutamente incomprensibili) avrebbe comportato , sul telo sindonico che aderiva al corpo di Gesù, “un flusso isotropo di neutroni che ha ringiovanito il tessuto di circa 1300 anni, che, quindi, a una datazione con il Carbonio 14, fornisce una datazione medievale”.

        La verifica di tale calcolo e, quindi, della sua validità la fornisce, sempre secondo il prof. Baldacchini, la seguente constatazione.

        L’esame con il Carbonio 14 effettuato sul sudario che era nel sepolcro di Gesù ha dato, infatti, un risultato diverso rispetto a quello della Sindone, con un ringiovanimento di molto inferiore (700 anni circa): ciò sarebbe stato determinato dal fatto che detto sudario, “in accordo con il vangelo di Giovanni”, non era in aderenza con il corpo di Gesù ma era posto non per terra, in un luogo a parte, ad una distanza, calcolata sorprendentemente “con un semplice calcolo fisico e matematico” (sono sempre parole del Prof. Baldacchini) in 15 centimetri.

         Tutta la costruzione logica come sopra fornita dal prof. Baldacchini è, però, inaccettabile perché errata.

        Quanto raccontato nel vangelo di Giovanni (20, 6- 7) con riferimento a ciò che videro Pietro e lo stesso Giovanni (“giunse intanto anche Simon Pietro che lo seguiva ed entrò nel sepolcro e vide le bende per terra e il sudario, che gli era stato posto sul capo, non per terra con le bende, ma piegato in un luogo a parte”) è infatti frutto di un macroscopico errore di traduzione da parte di chi (San Girolamo) aveva, a suo tempo, provveduto alla traduzione dell’originario testo greco in latino.

         Infatti, valenti esperti grecisti, concordemente hanno riscontrato (v. il mio articolo, di oltre 10 anni fa, dal titolo “Cosa vide Giovanni nel Sepolcro vuoto”, al n. 69 del mio sito www.fedepell.it, nel quale questo argomento è diffusamente trattato, riprendendo ricerche effettuate da numerosi cultori della lingua greca antica) che quanto riferito sul sudario, indicato come :“piegato in luogo a parte” risulta frutto di un’autentica invenzione da parte del traduttore, il quale, forse non riuscendo a capire bene il senso della frase, aveva scelto la strada di un’interpretazione “a senso” che, in definitiva, ha falsato il contenuto delle parole usate che, invece, andavano lette diversamente, con una traduzione letterale. In particolare il termine “piegato” andava, quindi, correttamente tradotto con “ravvolto” su sé stesso, mentre l’indicazione: “in luogo a parte” andava invece tradotta: “lì dove era” prima. Il sudario, cioè, che era stato posto intorno al “capo” (e non sul viso, come quello utilizzato per la sepoltura di Lazzaro) a scopo di mentoniera per mantenere la bocca chiusa si veniva, quindi, a trovare, al momento dell’entrata nel sepolcro di Pietro e Giovanni, nell’identica posizione nella quale si trovava al momento della deposizione del corpo di Gesù, cioè dentro e non fuori della Sindone, in stretto contatto con il corpo di Gesù. La sindone, quindi, si doveva presentare agli occhi di Pietro e Giovanni con un rigonfiamento all’altezza del viso di Gesù che stava a dimostrare che il suo corpo non poteva essere stato trafugato, dato che, in tal caso, il sudario (che avvolgeva il capo di Gesù) sarebbe uscito fuori dalla sindone.

          La considerazione – secondo la quale, invece, il sudario si trovasse al di fuori della Sindone e, pertanto, non a contatto del corpo di Gesù – ipotesi, quest’ultima che, secondo il prof. Baldacchini avrebbe costituito una decisiva prova della fondatezza e validità dei suoi calcoli ed ipotesi, costituisce, allora, una volta accertato il macroscopico errore come sopra evidenziato, un vero e proprio cavallo di Troia, demolitore, pertanto, di una mastodontica impalcatura messa in atto per dimostrare l’indimostrabile che, cioè, l’immagine sindonica possa essere stata prodotta da un lampo di luce generata dall’annichilazione del corpo di Gesù.

          Devo, inoltre, precisare che in quest’ultimo mio articolo, avevo esplicitamente affermato di condividere alcune ipotesi formulate dal Prof. Baldacchini, non conoscendo, a quel tempo,  le ulteriori e più dettagliate puntualizzazioni emergenti dagli articoli successivamente pubblicati dal Prof. Baldacchini, con particolare riferimento a quelli  dell’aprile e del maggio 2022, quest’ultimo avente il titolo molto ambiguo di: “Il big bang della Risurrezione”.

          Per concludere, è sorprendente e, comunque, apre le porte ad un auspicabile suo ripensamento rispetto all’iniziale affermazione (“Lasciamo stare i miracoli fuori da questa discussione”), quanto ha scritto il prof. Giuseppe Baldacchini e che qui trascrivo, a conclusione di uno degli ultimi suoi articoli.

         “In ogni caso, qualunque potrà essere l’esito finale di questi studi, rimarrà sempre un aspetto inspiegabile del processo della Resurrezione. Infatti, l’ipotesi AMA è in grado di descrivere come si sia formata l’IC e come il corpo sia diventato trasparente alla Sindone, ma non come un corpo morto possa essere riportato in vita. E’ chiaro però che se Cristo era il figlio di Dio, come molte circostanze tendono a indicare, allora questa difficoltà umana trova la semplicissima spiegazione dell’intervento divino, cioè un miracolo. Infatti, cosa impedisce a Dio di fare in 10 miliardesimi di secondo, la RESURREZIONE, quello che aveva già fatto in 10 miliardi di anni, la VITA?”.