Il persistere, da parte di diversi scienziati e sindonologi, nell’affannosa ricerca di una soluzione dell’enigma sulla formazione dell’immagine presente sulla Sacra Sindone che, a mio modestissimo avviso, non porterà mai, sul piano strettamente scientifico, ad alcun risultato positivo, ha provocato la mia fantasia a scrivere il seguente molto fantasioso racconto.

          Sulla base di una secolare tradizione che si tramandava da generazione in generazione, circolava un dettagliato racconto sul lenzuolo che aveva avvolto il corpo di Gesù,  dopo la Sua morte in croce,  quindi deposto nel sepolcro fino alla Sua Resurrezione. Secondo tale narrazione, il lenzuolo sarebbe misteriosamente comparso, solo qualche secolo successivo alla Resurrezione e, successivamente, dopo altri secoli sarebbe, scomparso in circostanze mai precisate. Su tale lenzuolo, nonostante la sua sparizione, persistevano, comunque, dettagliati e minuziosi riferimenti su quanto era ivi raffigurato sulla Passione, Crocifissione, Morte e  Resurrezione di Gesù, tanto da alimentare, da parte dei fedeli, un vero e proprio culto di detta immagine impressa su di un lenzuolo che, per altro, risultava misteriosamente sparito. Ciò non poteva essere ignorato dalla stessa Chiesa, anche in presenza di alcune critiche, secondo le quali taluni particolari presenti nella narrazione si presentavano tra loro contraddittori: al fine di dirimere ogni dubbio, si decise, pertanto, di dare incarico ad un qualificato gruppo di esperti in vari campi (fisici, medici e studiosi di antiche reliquie sacre) al fine di verificare l’attendibilità e l’ipotetica veridicità di quanto, da molti,  in buona fede creduto.

            Dopo un approfondito esame delle svariate particolarità attribuite al telo in questione dalla credenza popolare, il gruppo di esperti, all’unanimità, in una dettagliata relazione, nella quale aveva fatto emergere una lunga serie di incongruenze e contraddizioni rilevate sul dettagliato racconto delle particolarità presenti sul telo che si presumeva avesse ravvolto il corpo di Gesù, espresse il suo definitivo e convinto parere nel senso che il lenzuolo in questione non potesse contenere tutte le informazioni così come riferite nel noto racconto: in altri termini, affermò che, senza alcun dubbio, l’ipotetico telo in questione non poteva mai essere esistito.

           Tale decisione dapprima suscitò molto disappunto tra quanti avevano creduto.

           Passarono diversi anni e del lenzuolo che, secondo una tradizione popolare, aveva avvolto il corpo di Gesù era rimasto solo un vago ricordo.

           Senonché, una mattina di una calda estate un pastore si presentò al parroco del paese portando con sé un piccolo scrigno di legno; il pastore raccontò che, a causa del gran caldo si era riparato in una grotta inesplorata; inoltrandosi in cerca di maggior refrigerio si era imbattuto in uno scrigno deposto per terra ed avendo visto il segno di una croce sul suo coperchio, ritenendo che contenesse qualcosa di sacro, si era recato dal suo parroco. Il sacerdote, sollevato il coperchio si accorse, con sua grande meraviglia, che nello scrigno era contenuto un lenzuolo sul quale era impressa una figura umana: allora, subito si ricordò del lenzuolo oggetto per tanto tempo della venerazione dei fedeli.

            Il giorno dopo, inevitabilmente, tutti gli organi di informazione parlarono del prodigioso ritrovamento: la Chiesa ritenne subito necessaria un’accurata indagine sul telo in questione, affidando, anche questa volta, ad un qualificato gruppo di esperti di analizzarlo e studiarlo con la massima attenzione.

            Il risultato di tale indagine fu sorprendente: tutti presero atto che quel telo che avevano sotto i loro occhi presentava tutte quelle particolarità che il precedente gruppo di scienziati aveva giudicato più che sufficienti a ritenere che l’ipotetico telo  non fosse mai esistito……….Fine del racconto